questo articolo esce un po’ in ritardo, sperando che non si debba rientrare nuovamente in quaran- tena COID-19
L’IDEA …
Quale momento migliore se non questa maledetta quarantena per provare questa nuova arma entrata da poco a far parte del mio arsenale?
Niente di strano, esotico o complicato, si tratta semplicemente di una verticale per i 20/30/40 metri con radiatore lungo 4,1 metri e 3 radiali di 5,25 metri di lunghezza, una sorta di ground plane accor- dabile sulle tre bande menzionate.
Il cuore dell’antenna, ovvero il componente che permette l’accordo è una bobina realizzata con la tecnica dello stampaggio 3D di cui si trova facilmente in rete il file da inviare direttamente alla stampante.
Contattato l’amico Lorenzo che sapevo essere in possesso di più di una stampante 3D, gli ho girato il file e lui, veloce come un fulmine, si è messo all’opera facendomela avere nel giro di pochi gior- ni.
Tutto pronto, non resta che provarla.
LA PROVA
L’antenna è molto semplice e comoda da assemblare, basta il solito supporto per canne da pesca sempre made in Decathlon e 3 picchetti per i radiali (il progetto originale ne prevedeva 4 ma funzio- na anche così e poi avevo finito l’unipolare quindi di necessità virtù)
L’accordo è abbastanza veloce sulle tre bande e si fa spostando il piccolo coccodrillo bianco da una spira all’altra, 2 o 3 spire per i 20 metri, circa metà bobina per i 30 e quasi tutte le spire per i 40 me- tri, l’analizzatore di antenna aiuta e in poco trovo la posizione di minimo SWR.
CONCLUSIONI
Che dire? Calcolando che fortunatamente non abito in centro a Milano ma in aperta campagna quin- di ho a disposizione un bel prato a 100 metri dalla mia abitazione direi che mi sono divertito, l’antenna funziona bene e mi ha permesso di lavorare l’Europa in 20 e 40 metri con poco, è legge- rissima e si mette comodamente in uno zaino, la canna da pesca che chiusa è lunga solo 50 cm con- tribuisce a rendere tutto leggero e trasportabile in ogni situazione.
Non saprei che potenza potrebbe reggere quest’antenna ma sicuramente, sovradimensionando le se- zioni dei cavi utilizzati, penso si possa arrivare tranquillamente ai 100 watt canonici anche se non ci darei dentro più di tanto perché il materiale plastico di cui è composta la bobina non credo digerisca molto l’eventuale calore che si potrebbe sviluppare.
Il progetto originale prevedeva due coccodrilli per poter cortocircuitare a piacimento sia la parte ra- diante che i radiali ma, sinceramente, penso si sarebbe introdotta una difficoltà in più per quel che riguarda l’accordo quindi ne ho eliminato uno è l’altro l’ho fatto partire direttamente dal centrale del connettore coassiale.
Online si trova anche la bobina già stampata da un noto rivenditore di materiale radioamatoriale quindi, nel caso non siate fortunati come me che ho un amico pratico di queste diavolerie tecnologi- che, con una 30ina di euro ve la portate a casa bella e pronta.
Buon assemblaggio e divertimento, per il momento è tutto
Saluti da Luca IU2IKE