Certo che io, IK0BDO, fra i soci della mia Sezione ARI Colli Albani ne ho contagiati tanti, con questa passione per il portatile!
Solo mi spiace non essere riuscito a portare con me i più giovani, a parte qualcuno che, come me si è dedicato a Radioavventura prima e poi all’ MQC.
Franz, I3FFE, nostro Socio (SK) mi disse una volta che per trascinare i giovani ci vuole mestiere.
Io, purtroppo di mestiere non ne ho, so fare solo il radioamatore, e per di più in portatile.
Come radioamatore, da casa, sono quasi buono a nulla, ed in HF non ne parliamo, a parte il gusto di dare la caccia ai nostri Soci in attivazione.
Ma in VHF ed in portatile mi conoscono in molti, e questo mi appaga.
I giovani radioamatori dovrebbero sapere che l’attività in portatile è bella proprio perché unisce un pò di avventura al radiantismo.
Io ho iniziato il secolo scorso e più precisamente negli anni sessanta e queste foto lo documentano.
Quella che sembra un accampamento di zingari, ritrae a sinistra il compianto e mio fraterno amico Gianni I1ZJ ed a destra il sottoscritto, allora con il mio vecchio nominativo I1LS.
La foto si riferisce ad un Contest Internazionale VHF di Luglio, non ricordo di quale anno esattamente, ma dovrebbe essere nella prima metà degli anni sessanta; il riparo di fortuna doveva essere servito per proteggerci dal freddo della notte estiva.
In questa seconda foto è ritratta una mia esperienza in portatile HF. In entrambe utilizzavo il mio apparato portatile HF/VHF in AM da 15 watt, del modesto peso di trenta chili.
Andavo essenzialmente in 15 metri e mi sentivano.
Quando aggiunsi anche le VHF, mi sentivano pure. Sapeste per quanti Contest VHF questo apparato mi ha seguito! Slittava di frequenza che era un piacere, ma me l’ero fatto da solo e proprio intorno ad un autoradio, perché doveva essere un apparato portatile …! E così cambiò il mio modo di fare radiantismo. Il problema, però, era che oltre alle bande cresceva anche il suo peso.
Il fatto che poi pesasse trenta chili non importava. Più di così non ero riuscito a fare.
Oggi quell’apparato, in cima allo scaffale, con il suo mobile di uno sconcertante colore“celestino”, è ancora lì.
Il cordino della sintonia rotto, i tanti comandi dei quali non ricordo nemmeno più la funzione ancora li, ma tutto desolatamente inutilizzato.
In montagna ora vado ora con l’817, ma quanta più soddisfazione mi dava quel mostro di autocostruzione !
Spero che questa facezia non vi abbia annoiati più di tanto e non me ne vogliate più di tanto.
Roberto IKØBDO.
3 commenti su “Albori di attività in portatile”
Bellissima lettura!
se ce la facessi a tirarlo giù da lassù senza che mi caschi addosso e avessi la voglia di aprirlo ci sarebbero delle belle foto da mostrare. Credo che io sia stato il primo OM a Roma che trametteva con un PA a valvole modulato in AM con una coppia di transistor i push-pull.
Bel racconto, come sai mi rievochi sempre i bellissimi ed indimenticabili anni trascorsi in Toscana, sopratutto i bellissimi contest nei quali ci siamo collegati nei primi anni della mia patente… 73 de IWØHLE Johnny…