Capisco quanto sia pratico operare con un palmare e una RH770 ma mi sono anche chiesto: dopo (a volte) alcune ore di salita vale davvero la pena utilizzare un’antenna che, seppure ottima, ti costringe a doverti spostare o a armeggiare con il suo orientamento per fare i tanto desiderati QSO ?
Mi sono chiesto anche come mai chi va a fare attivazioni in VHF SSB usi a volte antenne sorrette da una canna da pesca mentre non ne ho mai visto l’utilizzo da parte di attivatori in FM.
A questo punto, considerato che io ho una CDP di sei metri (della quale non utilizzo il suo cimino) per sorreggere la EFHW, perché non realizzare un’antenna in polarizzazione verticale omnidirezionale veramente performante ?
Mi sono riferito ad uno spunto che mi ha dato IN3AQK nella discussione sul nostro Forum riguardante la quad loop: https://mountainqrp.forumfree.it/?t=78054959 dove mi menzionava la “Flower Pot”. Conoscevo già tale antenna, sia perché citata da Stefano IZ1OQU sul suo blog “sotaliguria”, anche se chiamata con altro nome e, se non ricordo male, anche in qualche discussione sul nostro Forum.
Il problema che quasi sempre incontriamo è che non abbiamo sempre disponibile l’esatto materiale suggerito nei progetti di altri ed impiegarne dell’altro non esattamente identico porta a volte a degli insuccessi memorabili.
Tenendo ben presente questo mi sono quindi messo all’opera e, utilizzando un po’ di cavo TV Sat (quindi da 75 ohm anziché da 52, come suggerito) del tipo fine da 4 mm di diametro, già intestato da una parte con un connettore PL259; ho rimosso la calza dall’estremo opposto per una lunghezza di 47 cm. (e non 46 come nella foto) lasciando integro il cavo per altri 46 cm.
In quel punto esatto il mio dipolo sarebbe stato considerato fisicamente ed elettricamente terminato e da quel punto sarebbe iniziata la bobina auto-risonante allo scopo di isolarlo dalla discesa.
Tanto per provare ho infilato il cavo nella solita stecca di plastica e ho voluto misurarne il ROS in quelle condizioni: ben 1: 5 !!!!
Ho iniziato quindi ad avvolgere delle spire:
10 spire: ROS = 1:2,5
12 spire: ROS = 1:1,5
13 spire: ROS = 1:1,1
(foto fatta quando ero ancora all’inizio dell’opera …)
A questo punto non mi restava altro che iniziare a mettere l’antenna in bella copia.
Ho utilizzato parte di una canalina da impianti elettrici quadrata da 1 (uno) solo cm di lato e vi ho infilato il cavo, facendolo uscire nella parte inferiore attraverso un foro praticato a 94 cm dalla sommità.
Sempre nella parte bassa ho infilato a pressione ed incollato un tubo di plastica da 20 mm, sempre per impianti elettrici, ma praticandovi prima un’asola ad “U” che, incastrandovi dentro il cavo, mi permettesse di iniziare ad avvolgere più agevolmente le spire e misurando il ROS via via che aggiungevo spire.
L’optimum, con un ROS di 1:1 l’ho raggiunto con 13 spire.
Anche qui, (anche se non si vede) stessa asola per sorreggere il cavo e ne permettesse l’uscita al centro del tubo/canalina.
Abbondante nastratura con nastro isolante e l’antenna era ormai pronta.
( quel piccolo blocchetto in cima è un tubetto da infilarsi nella CDP, per “appenderla”)
Sono d’obbligo a questo punto alcune mie considerazioni personali: se io insisto tanto sul fatto che non si deve semplicemente copiare ma aggiungere del proprio, come mai una volta raggiunto il ROS di 1:1 non ho provato a continuare aggiungendo ulteriori spire, tanto per riscontrare un prevedibile aumento del ROS ?
E’ chiaro che con tredici spire il circuito costituito da quella bobina, l’induttanza Xl introdotta dalle spire di cavo aveva lo stesso valore della Xc derivante dalla capacità fra spira e spira.
In quelle condizioni avevo raggiunto la massima impedenza Z possibile ed il dipolo era in effetti elettricamente isolato, al suo lato inferiore, dalla discesa.
Lo so, avrei dovuto proseguire con l’aggiunta di spire per vedere se il ROS ricresceva ma, mi chiedo, quanti di noi, una volta raggiunto l’obiettivo, avrebbero continuato al solo scopo di verificare se teoria e pratica collimavano ? …
Un altro sistema sarebbe potuto essere quello di affidarsi a formule disponibili per il calcolo delle bobine auto-risonanti, come quella che si può trovare nel famoso “RADIOUTILITARIO”.
In effetti ci si avvicina moltissimo !
Credo che con questo risultato raggiunto la realizzazione poteva considerarsi conclusa.
Prove effettive fatte con colleghi in altura distanti anche centinaia di chilometri hanno dimostrato come la Flower Pot installata in cima ad una canna da pesca a pochi metri dal suolo sia superiore a qualsiasi stilo commerciale montato su un palmare.
L’unica differenza con questi è che l’installazione richiede la necessità di fermarsi e non stare in movimento, ma quante volte, una volta raggiunta la postazione, non ci fermiamo un poco per fare un certo numero di QSO ?
E questo piccolo vincolo non credete non vi ripaghi in termini di successo nell’attivazione ?
E se la cosa può interessarvi la “vostra” Flower Pot potrebbe essere addirittura realizzata in modo “filare”, cioè non irrigidita tramite il supporto da me usato, ma essere semplicemente un dipolo appeso dalla sua cima in testa alla CDP e, una volta terminata l’attivazione, essere riavvolto e riposto nello zaino.
Il tubo di plastica sul quale sono avvolte le spire di cavo auto-risonante può essere infilato nella CDP, così tutto il dipolo resta più fermo in presenza di vento.
L’unica cosa che la CDP deve essere in fibra di vetro e non in carbonio e non è nemmeno detto che debba essere di sei metri. Una CDP di tre metri basta e avanza in 144 MHz.
Vedrete che differenza !
Buona realizzazione
Roberto IK0BDO